Oggi, 1 dicembre, in contemporanea all’approvazione della legge elettorale che introduce la doppia preferenza di genere e la composizione paritaria delle liste elettorali, esce la pubblicazione “Sì, ci siamo! Siamo sempre state pronte: crediamoci e vogliamolo” di Margherita Cogo, con la Prefazione di Ilaria Vescovi, già Presidente di Confindustria e Amministratore delegato di Tecnoclima SPA e l’Introduzione di Isa Maggi, Coordinatrice degli Stati Generali delle Donne.
Si tratta, naturalmente, della “questione femminile”.
I vari rapporti internazionali e nazionali confermano l’esistenza, in Italia, di un divario di genere significativo.
Il rapporto Ocse 2017 ricorda che “L’uguaglianza di genere non è unicamente un diritto umano fondamentale, ma è anche la pietra angolare di una economia prospera e moderna, che punta a una crescita sostenibile e inclusiva, in cui uomini e donne possono dare il loro pieno contributo a casa, sul lavoro e nella vita pubblica. A beneficio dell’economia e della società nel suo complesso.”
Risolvere il gap esistente in campo economico impone un insieme di scelte politiche importanti, quali ad esempio la capillare offerta di asili nido, parificati al costo delle scuole materne o la decontribuzione per le assunzioni delle donne, solo per indicare due misure importanti.
Relativamente al gap di rappresentanza va detto che, a fronte di norme che impongono le candidature di entrambi i generi, serve la volontà di esserci, con la consapevolezza che il potere va conquistato, perché nessuno è disposto a cederlo.
Sarà interessante vedere come si comporteranno i partiti in occasione dei prossimi appuntamenti elettorali ed in particolare delle ormai prossime elezioni politiche.
La nuova legge elettorale, nota come Rosatellum bis, non permette più, esclusivamente candidature maschili, ma stabilisce che nel suo complesso ogni genere non può superare il 60% delle candidature stesse.
Non c’è dubbio che i partiti e i candidati uomini cercheranno di ridurre al minimo il “danno” e si applicheranno in due direzioni, scegliere loro le donne da candidare e rifilare loro i collegi più a rischio.
Il gioco riuscirà se le donne lo permetteranno e lasceranno fare.
In ogni schieramento politico già si stanno ipotizzando le “inevitabili” candidature femminili e si può immaginare che sia lusingante essere nella lista, per ora solo abbozzata, e alcune cercheranno di non essere troppo “ambiziose” e di tenere un profilo basso, per non farsi considerare inadeguate.
Eh sì, le donne rischiano sempre il “double-bind”: quelle con una personalità forte sono penalizzate perché non si comportano “come donne” e coloro che invece hanno tendenze opposte e cercano di mostrare tratti tipicamente femminili vengono penalizzate perché considerate deboli.
Gli uomini invece, con vari mezzi, alzano il livello dello scontro e spesso adducono improbabili “ragion di stato” per l’avanzamento della loro carriera. La frase più abusata e simpatica è che si mettono a disposizione per il bene del partito, del Paese o del Mondo intero, insomma con spirito di sacrificio e di grande responsabilità occupano tutti i posti possibili.
Le donne, invece, sono più prudenti perché sanno di non poter usare gli stessi argomenti, temono infatti non solo il ridicolo, ma il sicuro sarcasmo di uomini, donne e mezzi d’informazione.
Ma tornando alle prossime elezioni, alcuni candidati maschi hanno programmato per tempo la propria candidatura o la propria riconferma, in modo abile davvero.
Le donne invece sono silenti, quasi consapevoli che molti attendono solo che provino ad alzare la testa, per troncare ogni loro pur legittima aspirazione.
In questa fase, infatti, il toto candidature femminili è pericoloso e generalmente suscita la reazione di altre donne che affermano che ci vuole un rinnovamento e che non si possono candidare i soliti noti, per non dire le solite note.
In realtà, per essere elette bisogna essere conosciute, solo il M5S riesce a candidare ed eleggere dei perfetti sconosciuti ( essere un movimento anti-sistema, con la convinzione che “uno-vale-uno” consente ciò), ma negli altri schieramenti non funziona così e dunque è piuttosto logico pensare di candidare donne che un ruolo e una preparazione la possiedono già.
Non una voce si è finora alzata per dire che sarebbe tempo ed ora che la quota del 40% fosse riservata agli uomini e che sarebbe tempo di una bella infornata di candidature femminili.
Infine, ricordate Lisistrata? colei che propose lo sciopero del sesso per indurre gli uomini a cessare la guerra del Peloponneso !
Ecco l’idea dell’unità delle donne per condurre gli uomini a miti consigli, non è da scartare e con una legge che aiuta le candidature femminili varrebbe la pena utilizzarla.
Il problema è che ci vuole una Lisistrata che ci metta la faccia e che abbia il coraggio di proporre un patto trasversale alle donne impegnate nei vari partiti politici e che ponga degli aut-aut, quali ad esempio:
più candidature femminili di quante la legge non preveda e nei collegi migliori, altrimenti ci si rifiuta tutte di candidare!!!
In fondo gli uomini sono, per definizione loro, i migliori e dunque con cavalleresco stile potrebbero fare qualche passo “di lato”.
M. Cogo
leggi il formato integrale sul mio sito nella pagina: Sì, ci siamo.
Brava, Margherita , noi donne abbiamo bisogno di uno spazio dove parlare, discutere e proporre, con i nostri tempi e modalità.
Grazie!
Camilla
Grazie Camilla, so che hai una grandissima competenza e se lo prometti mi avvarrò della tua consulenza
La politica ha un forte bisogno di rinnovamento.
Servono sicuramente più donne come te, come tante che, purtroppo, faticano ancora a trovare lo spazio, a darsi il loro – meritato – spazio. Ci vuole coraggio!
Grazie infinite e avanti tutta
Alessia
E’ stato un piacere leggerti. Importanti le prefazioni, ricchi i contenuti e molto bella e delicata la descrizione della tua attività. In somma, il messaggio è forte! C’è tutta la tua passione ed è contagiosa!
Grazie
Maristella
Grazie Maristella, abbiamo bisogno della tua competenza
Grazie davvero