Il Consiglio Provinciale di Trento, in data 1 dicembre, ha approvato la legge sulla doppia preferenza di genere e sulla composizione paritaria delle liste elettorali.
Nel 2002 avevo depositato un disegno di legge simile, che allora era considerato esagerato e che non era stato apprezzato dalla maggioranza di Centro Sinistra Autonomista.
A dire il vero non credo che l’attuale maggioranza, sempre di Centro Sinistra Autonomista, sia felicissima del varo della legge.
A quanto pare, e basta visionare la ripresa video della seduta per averne la certezza,
nessuno si è preoccupato di legge il testo del disegno di legge che porta la firma Bottamedi-Bezzi.
Non vorrei essere troppo maliziosa ma perfino Bezzi non ne era del tutto a conoscenza, non si spiega diversamente la non partecipazione al voto, giustificato rocambolescamente come la volontà di consentire, con facilità, la richiesta del referendum confermativo. Mah! Non si è mai visto non votare a favore di un proprio disegno di legge!!!
Comunque le cose sono andate così.
Bottamedi deposita un disegno di legge, che modifica sostanzialmente la forma di governo e il sistema elettorale della Provincia Autonoma di Trento, prevedendo un sistema proporzionale e l’elezione indiretta del Presidente della Provincia.
Ed è su questo aspetto della legge che si focalizza l’attenzione e passa inosservata la previsione normativa che introduce la composizione paritaria delle liste elettorali, con l’alternanza di genere e la possibilità di esprimere fino a due preferenze se di genere diverso.
Bottamedi enfatizza il ritorno al proporzionale e l’elezione indiretta del Presidente della Provincia e nulla dice sulla doppia preferenza di genere e della formazione paritaria delle liste elettorali.
Ciò che stupisce è che anche la relazione al disegno di legge di Bottamedi-Bezzi nulla dice relativamente al riequilibrio della rappresentanza e quando il ddl. approda in aula non viene nemmeno letto o quantomeno illustrato nei punti essenziali e la Commissione lo trasferisce all’aula senza trattarlo, nella convinzione che verrà bocciato.
Anche la relazione di maggioranza nulla dice al riguardo e la stessa relatrice ammette di non aver letto il testo normativo.
Dunque il ddl. approda in aula e nessuno chiede di “non contingentare” i tempi di discussione, perché questa è la norma, quando si trattano leggi “non pericolose” o
“non sgradite” alla minoranza.
Due giorni prima della discussione in aula, qualcuno legge il testo e si scopre la straordinaria opportunità.
A quel punto i nemici della “Parità di genere” sono senza vie di fuga e la maggioranza non può sottrarsi dal votare la legge!!!
Grazie alla inconsapevolezza passa una norma attesa da tempo da molte di noi e che renderà la competizione elettorale difficile, ma interessante.
I partiti saranno costretti a candidare molte donne e le cordate tra uomini non saranno più possibili!!