L’incoerenza del Presidente del Consiglio dei Ministri

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Nel discorso inaugurale per l’inizio della presidenza italiana del G20, il Presidente Conte, così dichiara:
“Abbiamo deciso di incentrare il nostro programma di lavoro su tre pilastri: Persone, Pianeta e Prosperità. Per sviluppare un mondo più sicuro e sostenibile dobbiamo innanzitutto ristabilire l’equilibrio tra le persone e la natura. Su questa base potremo sostenere la ripresa economica, anche promuovendo l’empowerment femminile; affrontare la povertà e le disuguaglianze, vecchie e nuove, per non lasciare nessuno indietro; favorire la transizione energetica e combattere i cambiamenti climatici; sfruttare le immense opportunità offerte dalla digitalizzazione; rafforzare il sistema commerciale globale secondo i principi di trasparenza, non discriminazione, inclusività, in modo da perseguire un approccio multilaterale realmente efficace”.
Il Presidente Conte afferma che va promosso l’empowerment femminile, però per la gestione dei 209 miliardi del Recovery Fund, pare che voglia costituire un Comitato Interministeriale formato da 14 uomini e 8 donne, mentre invece il piano di attuazione e la vigilanza politica dovrebbero  essere assegnati a un comitato esecutivo formato dal Presidente del Consiglio e da due ministri ‘di spesa’: Economia e Sviluppo economico. Tre uomini!
Ma in questo modo non si promuove  l’uguaglianza e la parità, obiettivi richiesti anche dall’Europa.
Oltre a ciò, stupisce e preoccupa la ripartizione dei fondi.
Infatti, nella bozza di proposta, per gli assi di spesa di Next Generation Eu, per le politiche di parità si prevedono solo 4,2 miliardi, inseriti nella voce “politiche sociali”.
Allora è evidente che il nostro Paese non vuole investire sull’uguaglianza e che considera marginale la partecipazione delle donne alla ripresa economica, se investe solo il 2% dei fondi europei!

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